Quando il tuo pubblico riconosce i tuoi contenuti al primo sguardo stai lavorando bene sulla consapevolezza e riconoscibilità del brand.
Quei colori, quelle grafiche, quei font sono quelle della tua azienda e ti distinguono dagli altri business là fuori.
La visual identity in quest’ottica diventa un elemento importante di marketing per lavorare anche a livello visivo sull’awareness.
Non si può creare un’identità visiva senza prima aver lavorato sui valori che si vogliono comunicare e sulle emozioni e sensazioni che si vogliono richiamare.
Questo è un lavoro a due. Graphic designer e cliente, fianco a fianco in un percorso fatto insieme.
I colori aziendali, il logo, il modo in cui è scritto il nome del brand, il payoff, i font da usare e le posizioni degli elementi grafici sono le basi per costruire bene tutti i canali di comunicazione (i social, il sito, la carta intestata, …).
Il risultato di un buon lavoro sulla visual identity sono colori in linea con ciò che i tuoi servizi e prodotti comunicano, un logo dove ti aspetti di trovarlo, un font leggibile o abbastanza grande da essere letto senza sforzi.
Infine in un buon lavoro sulle grafiche ha il compito di permettere all’utente di concentrarsi suoi contenuti e trovare ciò che gli serve senza sforzi.
Ho intervistato Laura Calascibetta, che ha costruito la mia visual identity.
La visual identity è un elemento importante per ogni e brand e di supporto notevole alla strategia di marketing ed al lavoro sui contenuti.
Un buon lavoro sull’identità visiva è anche un viaggio dentro se stessi che porta tanta nuova consapevolezza e valore.
Laura mi ha raccontato come funziona la creazione di un’identità visiva e quali sono i suoi elementi.
Cos’è l’identità visiva? Cosa c’è oltre al logo?
L’identità visiva è l’insieme delle linee guida estetiche che ti aiutano a comunicare il tuo brand in modo coerente.
E’ una parte della brand identity quella che si occupa della parte estetica e racchiude tutto quello che è immagine del brand.
Non si tratta solo del logo. Ci sono altri elementi importanti come la palette colori, i font scelti, i layout grafici che vengono usati. Ogni pezzo crea l’identità visiva.
Ogni volta che comunichi con un pubblico ti esponi con una identità visiva, anche se non ne hai creata ad hoc.
Le tue grafiche, i biglietti da visita, le cartoline, il sito e qualsiasi canale di comunicazione che utilizzi ha un’identità visiva che ti rappresenta anche involontariamente, anche se non c’è stato un lavoro di costruzione ben strutturato in partenza.
L’identità visiva ti aiuta a rappresentare il tuo brand e a trasmettere esattamente quello che vuoi che venga trasmesso: i valori, il tipo di posizionamento, il target a cui ti rivolgi.
Quando c’è coerenza è più facile essere riconoscibili ed è questo uno dei motivi fondamentali alla base dell’identità visiva.
Ciò che porta principalmente coerenza è lo stile scelto. Ogni identità ha il suo stile.
Come funziona la costruzione di una visual identity? Cosa deve fare il cliente?
Il lavoro viene fatto con il cliente ed è importante che sia partecipe in ogni fase.
Il cliente deve approcciarsi avendo già in mente dove vuole andare e le caratteristiche principali del suo brand. Se non sai qual è il tuo target e quali sono i valori che ti muovono non riuscirai a creare un’identità visiva coerente e funzionale al racconto del brand.
Nel mio modo di lavorare il coinvolgimento con i miei clienti è continuo. Se non lo fosse non sarebbero possibili quei piccoli aggiustamenti che poi rendono l’identità visiva perfetta proprio per quel business.
I feedback e il racconto iniziale del cliente possono sembrare una parte minima, ma in realtà sono fondamentali.
Succede spesso che le idee vengono fuori anche in brainstorming.
Questo lavoro va molto nel profondo in realtà e tocca parti importanti: durante il processo ci si mette a nudo ed emergono molte cose.
Le grafiche che rappresentano un personal brand devono parlare anche della persona che c’è dietro ad esso, dei valori che mette nel lavoro, del suo perché.
Per questo la parte emotiva è fondamentale, senza di essa l’identità visiva non potrebbe rispecchiare al 100% il brand e comunicare verso la direzione giusta.
Come si scelgono i colori, font e gli altri elementi? Tu come lavori?
Alcune cose potrebbero variare in base al professionista, ma secondo me ci sono dei punti cardine.
Il punto di partenza è analisi di brand, target e competitor. Capisco cosa la persona vuole portare di sé sul lavoro.
Colori, font, stili e immagini derivano da tutto questo. Sono la sintesi di quello che il brand vuole trasmettere, le sensazioni, le emozioni e come il brand vuole essere percepito dal suo target.
Mi porto nel mio lavoro una parte di ispirazioni che prendo da un mio background interno, dalle mie passioni e dall’amore che ho nell’osservare.
Per realizzare il logo faccio molte prove a mano, parto sempre da uno schizzo cartaceo e poi passo al computer in modo da poter dare al cliente una grafica in grado di adattarsi su tutti i supporti (dal sito, alle stampe e ogni esigenza).
Faccio una selezione di prove che poi presento al cliente.
Spesso applico questo processo lavorativo a tutto, anche per layout e elementi grafici.
Quando creo un’identità visiva tengo sempre anche in considerazione i gusti del cliente valutando pro e contro e cercando di guidare verso quella che può essere la soluzione migliore per ottenere una
comunicazione estetica coerente ed efficace.
La scelta di un colore completamente fuori luogo potrebbe non attirare il target giusto e dare dei rimandi sbagliati a livello comunicativo.
Se un brand ad esempio è solare difficilmente ci sarà una parte importante di nero nelle tue grafiche.
A volte servono compromessi, a volte bisogna lasciare andare delle cose.
Cos’è la guida al brand? Perché è importante?
La guida contiene tutte le linee guida dell’identità visiva da seguire per gli elementi della comunicazione.
Indica ad esempio quali sono i font da utilizzare, in quali condizioni usare determinate grafiche, in che modo si utilizzano i colori, come va posizionato il logo.
La guida contiene le indicazioni che permettono al brand di seguire il suo stile e ricreare quell’immaginario che supporta negli aspetti comunicativi, nel caso in cui da solo o col supporto di altri professionisti devi creare del materiale a supporto della tua comunicazione.
Quando serve un restyling?
Ci sono due diversi tipi di intervento. Restyling e rebranding sono due cose differenti, ma che vengono spesso confuse.
- Rebrand: prevede un cambio completo di immagine, non solo le grafiche. Ci sono dei cambiamenti profondi in questo caso (magari a livello di posizionamento, di target, o altri aspetti importanti).
Cambi e rivedi in modo radicale le basi del brand e di conseguenza anche l’identità visiva sarà completamente nuova.
- Restyling: riguarda solo la parte estetica e può essere necessario quando ad esempio si è da un po’ sul mercato e si sente la necessità di stare al passo con i tempi, oppure se mantieni la posizione (i servizi restano quelli, il target anche, …), ma alcuni elementi variano.
Non si crea in questo caso un’immagine nuova, ma una rivisitazione di quello che avevi.
Può succedere di dover intervenire anche quando l’immagine è stata creata senza l’intervento di un graphic designer e per apparire più professionale richiede un intervento.
Si valuta di caso in caso come intervenire eventualmente mantenendo lo stile ed alcuni elementi delle grafiche quando è fattibile e sensato.
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